giovedì 20 settembre 2007

Apparato respiratorio

Un problema che gli organismi complessi nel corso dell’ evoluzione dovettero affrontare fu quello di fornire ossigeno alle singole cellule di tutto il corpo.
Ogni cellula deve infatti avere un trattamento individuale, come se fosse un organismo singolo. Se le sostanze nutritive e l'ossigeno non arrivano alle cellule, l'organismo non può sopravvivere.

Si sono sviluppati molti tipi di sistemi respiratori, ognuno dei quali risolve il problema in modo diverso. I tre sistemi a maggior diffusione sono quelli che impiegano branchie, trachee, polmoni.

Le branchie sono presenti negli animali acquatici. Fondamentalmente una branchia è un sottile filamento composto da uno strato di cellule e contiene molti capillari sanguigni: i gas vengono scambiati il sangue che circola nei filamenti delle branchie e l'ambiente acquoso da cui queste sono circondate. L'aria è di gran lunga più ricca di ossigeno che l'acqua, tuttavia la vita sulla terra non fu possibile finché non si svilupparono adattamenti che permettessero di respirarla. Nelle forme terrestri si sono quindi sviluppate strutture in grado di effettuare lo scambio di anidride carbonica e di ossigeno con l'aria invece che con l'acqua.

Lo sviluppo delle trachee negli Artropodi e dei polmoni nei vertebrati terrestri risponde appunto a queste esigenze adattative. Nei vertebrati acquatici le branchie si aprono nella faringe, sono quindi in relazione anatomica con l'apparato digerente. Anche nei vertebrati terrestri esiste questa relazione; infatti l'apparato respiratorio è di origine endodermica e si forma da una estroflessione ventrale del tubo digerente.

La via e le strutture impiegate per fare in modo che l'aria arrivi ai polmoni sono le fosse nasali, la faringe, la laringe, la trachea, i rami bronchiali e le loro ramificazioni più sottili, i bronchioli ed infine i minuscoli condotti che portano agli alveoli.

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